La studiosa Marianna Esposito Vinzi, membro della Société Dantesque de France alla Sorbona di Parigi, da anni impegnata in un interessante lavoro di ricerca e divulgazione nell’ambito della letteratura anglosassone, nella letteratura di genere oltre che di Dante Alighieri, ha presentato al pubblico un argomento molto originale: la ricezione dell’opera dantesca negli Stati Uniti tra XIX e XX secolo e in particolare il dantismo del presidente Roosevelt. Un pubblico attento e preparato quello che ha assistito alla conferenza che si è tenuta il 25 agosto al Centro Caprense Ignazio Cerio. Partendo dall’anno 1865, quando il poeta Henry Wadsworth Longfellow fondò un circolo per la traduzione di Dante nella sua casa a Cambridge, nel Massachusetts che portò alla pubblicazione nel 1867 della Divina Commedia in americano, per arrivare all’influenza di Dante su Roosevelt attraverso una analisi dei richiami danteschi nei famosi discorsi, uno tra tutti “The Man in the arena” , e il saggio di Roosevelt “Dante and the Bowery” in cui il presidente paragonava i miserabili del quartiere newyorkese ai dannati dell’inferno dantesco, un viaggio interessante che ha affascinato il numeroso pubblico presente nell’accogliente sala del Centro caprense Ignazio Cerio. Ad aprire la serata, il prof. Filippo Barattolo, direttore del Museo Cerio, che ha accolto il pubblico e portato i saluti istituzionali.
Dante nel mondo anglosassone
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